martedì 22 febbraio 2011

la filosofia del bacio

Qualche settimana fa La Repubblica ha riportato i dati di uno studio sul bacio che mi ha fatto pensare: perché ridurre a semplice analisi il bacio, uno dei gesti più ancestrali che appartengano all’essere umano? Che importanza ha stabilire quali siano le dinamiche – fisiche o mentali che possano essere – alla base di due labbra, due salive, due lingue che diventano una? Insomma, mi sono chiesta, stiamo assistendo alla morte del romanticismo?

Forse sì, forse dobbiamo continuamente analizzare, capire, sezionare dimenticando la semplicità di un bacio, e forse proprio per questo motivo mi sono sorpresa a pensare – mentre le leggevo le ultime parole dell’articolo – alla scena cinematografica più romantica che ricordi.

L’immagine di Jacques Perrin (Salvatore) seduto nel cinema vuoto a rivedere tutti i baci censurati nei film della sua infanzia, per me è davvero indimenticabile e chiude perfettamente Nuovo Cinema Paradiso, capolavoro di Tornatore. Regalo di Alfredo (Philippe Noiret), amico, mentore, padre, insegnante, i baci più famosi della storia del cinema scorrono davanti agli occhi di Salvatore e di tutti noi, che improvvisamente siamo in quel cinema e ci sorprendiamo a ricordare tutti i nostri baci.

Quelli dati, quelli rubati, quelli promessi, quelli che non ci sono mai stati e che attendiamo ancora oggi, quelli che ci hanno sorpreso, quelli che sono durati qualche secondo appena e quelli invece che hanno saputo fermare il tempo. Solo baci e le lacrime di Salvatore, che poi sono anche le nostre. Solo emozione e la musica di Ennio Morricone. Per una volta, davvero, senza parole: vorrei che anche quegli studiosi americani guardassero in silenzio e capissero che cos’è un bacio.

http://www.youtube.com/watch?v=BW_-0H_u3RQ 

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