giovedì 21 aprile 2011

uomini versus donne

Una donna e due amici insieme per 3 giorni (con la comparsa di figli/e & improbabili amanti che forse desiderebbero diventare altrettanto improbabili fidanzate). Lei - in preda a sbalzi d'umore tutti femminili - passa il tempo a rimuginare su amori che forse erano solo calessi e si adombra ad ogni nuvola che le sorvola la testa boccolosa; loro sghignazzano sulle note di battute e canzonette di un tempo ormai pericolosamente lontano, alternandole a citazione dantesche. Discorso ricorrente: uomini, donne e ciò che - nonostante tutto - continuano a volere gli uni dagli altri: il sesso.

Sì lo so, non è solo questo, ma ogni tanto mi chiedo se questo nostro continuo scambiarci numeri di telefono, ammiccare, sedurre, corteggiare, flirtare sia dovuto ad un semplice "fattore pelle": per chi si pone questa domanda, assolutamente imperdibile il film di Denys Arcand, Il declino dell'impero americano.

Il film, satirico, ironico, sorretto da dialoghi precisi e taglienti, si svolge in una casa (incredibile analogia con il mio weekend) dove un gruppo di intellettuali (uomini) discute su i propri rapporti con le donne, che nel frattempo stanno facendo body building in una palestra vicina, scambiandosi confidenze sui propri compagni. Tutto sembra filare liscio, ma il confronto con l'altro sesso è più difficile del previsto, per cui, quando il gruppo si ricompone, gli equillibri si spezzano.

Da non perdere il dialogo su corteggiamento - discoteca & sesso: dedicato a tutte quelle donne che DAVVERO credono di essere uniche e speciali, a tutti quegli uomini che seducono per gioco più che per convinzione, e - in particolare - a M e A.

http://www.youtube.com/watch?v=etgwoRMBgcw&feature=related

martedì 12 aprile 2011

Welcome to Italy!

Leggiamo tutti i giorni - nell'ultimo periodo - di immigrati che contnuano a sbarcare a Lampedusa, di come accoglierli, smistarli in Italia o in Europa, rimandarli indietro, aiutarli, salvarli, proteggere la nostra economia, i nostri posti di lavoro, le nostre vite, eppure nessuno si chiede quello che mi interesserebbe sapere. Quali siano le loro storie. Proprio così: cosa raccontano i loro occhi terrorizzati e i visi stravolti, cosa c'è dietro a quelle teste chine mentre vengono reimbarcati su un'altra nave che li riporterà in un luogo che era il punto di partenza e che ora diventa punto di arrivo.

Film bellissimo sull'argomento è Welcome (2009) di Philippe Loiret con Vincent Lindon. Storia di un giovane curdo, Bilal, che attraversa l'Europa in modo roccambolesco per raggiungere la sua amata in Inghilterra.Eppure il suo viaggio si ferma in Francia, in un paesino sulla Manica che rimane l'ultimo ostacolo con il suo futuro. E - dopo aver provato a superarlo in modo clandestino - si onvince che l'unico modo per attraversare lo stretto - anche se improbabile e spaventoso - è farlo a nuoto: per questo prende lezioni di nuoto alla piscina comunale, dove conosce Simon, il suo insegnante, la cui vita è stata spezzata dalla fine del proprio matrimonio. Tra i due nasce un rapporto di amicizia e solidarietà, che li unisce contro una società razzista, nascosta dietro ad un perbenismo d'etichetta.

E' il racconto di un ragazzo cocciuto che è scappato dalla propria terra per una nuova vita; di un uomo che non riesce a dimenticare un amore e a ricominciare da oggi, ma soprattutto di un mondo che, dietro ad uno zerbino con su scritto "WELCOME" si chiude su se stesso, terrorizzato dal "diverso"

Per tutti coloro che in questi giorni si stanno facendo molte domande

http://www.youtube.com/watch?v=dvImtvPyVlc